giovedì 31 marzo 2011

5. Il Filo di Arianna e l'abbandono di Teseo




   Il filo di Arianna è uno dei miti, secondo un mio parere, più interessante della storia greca. Amore ( fra Arianna e Teseo o tra Pasifae e il toro), il mostro divoratore ( il Minotauro )... tradimenti.

   Ma come nelle favole ( anche se questa non è propriamente a lieto fine), il C'ERA UNA VOLTA è posizionato nell'isola di Creta, nel palazzo di Cnosso. Esso è il vero labirinto ( anche se nel mito ne è stato usato un altro, più rotondeggiante ), la città palazzo distrutta a causa di un terremoto intorno al 1628 a. C circa, che oggi ci lascia soltanto immaginare come fosse, grazie a qualche colonna, corridoio e frammenti. Uno dei suoi tesori è il famosissimo " Il Principe", ora al Museo archeologico di Iraklio, dove, tra le tante meraviglia, ci sono anche: " La Parigina" , " L'atleta che salta sul toro" ( era una disciplina molto usata a quei tempi) e la "dea dei serpenti".
    Ritornando al mito, tutto parte da Pasifae, la moglie di Minosse, il Re. 
    Non a causa sua, ma per colpa di un "affronto" al dio Poseidone, che gli diede al sovrano un toro bianco, volendo che lui lo sacrificasse in suo nome. Ma essendo ammaliato della sua bellezza, il monarca non accettò l'ordine, sacrificandone un altro, volendolo avere nella sua mandria. Credeva così di raggirare il dio.
    Ebbene, la sua ira non venne a mancare. Pasifae si innamorò perdutamente di quel toro e, per soppiantare le sue voglie chiese a Dedalo, padre di Icalo ( che tentò di arrivare fino al Sole con ali di cera ), di fabbricare per lei un qualcosa che avrebbe potuto svilire il folle desiderio. Per la Regina costruì una vacca di legno, dove ella si inserì con la creatura, facendo nascere dalla loro unione il Minotauro, che significa il Re ( "minos" ) dei tori ( " taurus" ), conosciuto anche come Asterione.
  Per rinchiudere quella orribile creatura allo stesso Dedalo fu chiesto di creare un Labirinto, facendo in modo che egli non potesse più uscirne.
  Ogni anno ( alcune fonti dicono che era ogni tre o nove) dalla città di Atene ( in quel periodo sottomessa da Creta ) erano richiesti sette fanciulli e sette fanciulle come sacrificio, per placare le ire e la fame del mostro.
    Teseo, figlio del Re ateniese Egeo, si offrì volontario per andare a sconfiggere Asterione. Arianna, figlia di Minosse e Pasifae, vedendolo se ne innamorò perdutamente.
   Pur di salvarlo, essendoTeseo un suo nemico, ella ebbe l'idea di dargli un filo di lana rosso (creato da Dedalo), cosicché lui non potesse perdersi. Dopo aver sconfitto il Minotauro con una pugnalata mentre dormiva ( altre fonti dicono che lui lo affrontò, trafiggendolo con una spada), riuscì a venire  fuori grazie allo stratagemma. Scappò con Arianna, verso l'isola di Nasso, abbandonandola lì, IN ASSO. ( tale termine è una storpiatura proprio della frase "a Nasso" che divenne pian piano il detto che noi conosciamo, collegato al mito).
   Teseo fu raccomandato dal padre di avvisarlo se avesse vinto o no contro il mostro. Avrebbe dunque dispiegato le vele bianche se ci sarebbe riuscito e se fosse morto i suoi compagni avrebbero messo quelle nere. 
   Poseidone, inorridito e arrabbiato per quello che l'eroe aveva fatto, con una tempesta squarciò le vele candide, facendo in modo che Teseo fu costretto a mettere quelle scure, monito di morte.
    Il padre, disperato da quella visione, avendo quella notizia si gettò nel mare, dandogli così il nome Egeo.
   Non tutto era perso per Arianna. Lei incontrò Bacco, il suo futuro sposo, che in dono le donò una corona d'oro. Alla sua morte, essendo lei una mortale, il dio la trasformò proprio nella costellazione della corona.

Avete mai provato il senso dell'abbandono? Se sì, come vi siete sentiti?

Cosa sapete dirmi in più a riguardo di Arianna e Teseo?

In seguito IL LABIRINTO -> 



Il Labirinto è uno dei simbolismi più usato nel mondo letterario, metaforico, architettonico, artistico e cinematografico.
In esso ci si perde, ma si può ritrovare la strada. Il "viaggiatore" è costretto a delle scelte, sapendo che soltanto una delle strade è giusta, per arrivare alla meta. 
Per quanto riguarda Dante, evoca quello che è la dispersione del sentimento d'amore per Laura, incontrata nel 6 aprile del 1367:
   Mille trecento ventisette, a punto
su l'ora prima, a dì sesto d'aprile, 
nel labirinto intrai, né veggio ond'esca.






Io ho notato che se si guarda il dito, ad esempio, l'impronta digitale delinea un complicatissimo labirinto.

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